domenica 3 aprile 2011

Il soffio dell’anima …, di Maria Cristina Caccia

Nell’opinione comune, il respiro è semplicemente un atto meccanico e ripetitivo che permette all’uomo di sopravvivere. In realtà l’“alito vitale”, così definito dai grandi maestri d’Oriente, racchiude un significato simbolico, che rimanda a uno scambio continuo tra noi e ciò che ci circonda attraverso il ciclo inspirazione/espirazione. L’armonia del ritmo respiratorio sottende a una inconscia volontà di “accogliere” la vita in tutte le sue manifestazioni. È un atto di condivisione reciproca con l’energia che permea noi stessi e l’universo. Contrariamente, un ritmo respiratorio bloccato e affannoso nasconde una evidente difficoltà ad accettare la realtà e le esperienze nel loro divenire, proiezione di un radicato disagio emotivo. Il respiro tradisce, dunque, il nostro stato d’animo: un ritmo lento e controllato proietta uno stato di benessere e di tranquillità interiore; un ritmo accelerato e scoordinato intercetta stati emozionali negativi, quali ansia, paura, angoscia. Secondo la concezione “olistica” dell’uomo, mente e corpo sono connessi in una unità inscindibile: pensiero e sentimento condizionano in modo tangibile lo stato di salute dell’organismo. Il respiro veicola il “prana” lungo i “meridiani” o canali energetici immaginari che scorrono lungo il “soma” e il suo libero fluire è condizione fondamentale per preservare il corpo dalla “malattia”. Eventi stressanti generano a lungo andare veri e propri “vuoti energetici” che indeboliscono l’organismo e lo espongono a patologie. La tradizione orientale propone diverse tecniche per migliorare gli esercizi respiratori essenziali per la crescita spirituale dell’individuo e, soprattutto, per la riscoperta di un nuovo equilibrio interiore che scaturisce dalle infinite potenzialità presenti in ognuno di noi. La respirazione circolare, praticata senza pause tra la fase di inspirazione e quella di espirazione, sia attraverso la bocca sia per via nasale, è alla base della tecnica del rebirthing communication. Si propone come obiettivo quello di sciogliere “nodi” emotivi annidati nel profondo di noi stessi che ci impediscono di vivere serenamente le nostre relazioni. La respirazione primordiale è considerata una “scienza” del controllo del respiro messa a punto dagli yogi e dalla medicina tradizionale cinese. Nata come mezzo per raggiungere l’illuminazione, mira a recuperare la respirazione ancestrale dell’individuo. Il respiro completo è una tecnica di respirazione propria dello Yoga tesa a sviluppare il controllo della triplice funzione del respiro, ossia inalazione, ritenzione ed espirazione, prima fase per il raggiungimento della “liberazione” dai vincoli materiali.
“Respira che ti passa!” non è poi un’esclamazione di fantasia.
Nei momenti più difficili, quando senti un nodo in gola che non scende, fermati un istante e controlla il tuo diaframma: inspira ed espira profondamente. Ti sentirai più rilassato, i tuoi pensieri diverranno più nitidi e sarai in grado di cogliere la risposta che cercavi e che distrattamente stavi ingoiando tutto d’un fiato.

MariCri 

2 commenti:

  1. Decisamene illuminante questo pezzo. Ci inviti a ricordare che abbiamo sempre a disposizione un'arma per ritrovare il sollievo, almeno per qualche minuto. Chi l'avrebbe mai detto che basta un respiro!!!
    P.s.: potresti illuminarmi anche sul significato dei termini "prana" e "soma"?da profana della materia non ne conosco assolutamente il significato.

    Grazie Mille!!

    A presto...

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  2. Ciao!!
    Sinteticamente: prana, dal sanscrito, significa "vita", inteso anche come "respiro" simbolo dell'alito vitale. Secondo la filosofia induista, ogni individuo è dotato di prana che, per fluire e conservarsi correttamente,mantenendo l'organismo in uno stato di benessere, necessita di un corretto equilibrarsi delle funzioni emotive, fisiologiche e psichiche. Tale equilibrio mantiene l'organismo in uno stato di benessere. Ecco che il libero fluire del respiro, rieducato, ripristina eventuali disarmonie energetiche del nostro "psicosoma" ossia dell'unità di mente e corpo. "Soma" si riferisce a "corpo", da cui malattie "psicosomatiche" ovverosia riproduzioni corporali e fisiche di emozioni negative e di vuoti energetici che causano il manifestarsi di stati di malessere. La malattia, secondo l'approccio psicosomatico, è un linguaggio con cui il nostro corpo si esprime per "darci" messaggi ben precisi, a seconda dall'organo "sofferente". Sta a noi, osservandoci e interrogandoci a fondo, capire dove stiamo conducendo il nostro quotidiano vivere e dove abbiamo intenzione di collocarci nel grande percorso che è la vita che ci è stata assegnata ... Un bacione, MariCri

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