giovedì 19 dicembre 2013

Dialogando oltre le parole

“Gli uomini si fidano delle orecchie meno che degli occhi”.
(Erodoto)


L’arte di ascoltare è una vera e propria raffinatezza dello Spirito. Ci vuole volontà, ci vuole pazienza. Quando siamo di fronte al nostro interlocutore, ci sintonizziamo su due frequenze: la nostra, egoicamente (se così si può dire) in prima linea, e quella dell’Altro, di cui “sentiamo” parole ordinate a comporre un discorso, una risposta oppure una domanda o una richiesta di aiuto. “Tendiamo l’orecchio” e ci mettiamo “in ascolto” [...]

19.12.2013 Pubblicato su: http://www.stepconsapevole.it/6/post/2013/12/coaching-dialogando-con-le-parole-di-maria-cristina-caccia.html

martedì 17 dicembre 2013

Formazione non solo teorica, ma derivata dalla realtà vissuta


"Dobbiamo passare attraverso l’esperienza e affrontare situazioni difficili" - cito questa riflessione - ("Daniele Trevisani, dal volume Regie di Cambiamento, Franco Angeli, Editore)
Proprio così, i passaggi più "stretti", rinforzano e allenano corpo e mente. Attraverso il vissuto più inquieto, quello che "mette con le spalle al muro", attiviamo energie che riescono quasi a stupirci, a volte, e che anestetizzano l'effetto-ostacolo, trasformandosi in sorgente di carica vitale.


Suggerimento di lettura:  http://bit.ly/J4gxy1

Maria Cristina Caccia 
















martedì 3 dicembre 2013

Coaching: 'La conoscenza di Sé come valore di Relazione'

Nosce te ipsum ovvero “Conosci te stesso” era l’incipit iscritto nel tempio del dio Apollo a Delfi. Una sentenza che ha attraversato i secoli, ha oltrepassato albe e tramonti, accompagnando il destino dell’Uomo. All’epoca delle antiche divinità, la Conoscenza di sé era sinonimo di rigore e controllo rispetto ai propri limiti, per non cadere nella presunzione di voler uguagliare gli Dei e lo stesso concetto arriva fino ai giorni nostri, conservando quell’originario significato che porta con sé l’idea di una “saggia consapevolezza di ciò che siamo e di dove possiamo arrivare”.
Spendiamo molto tempo, a volte, nel cercare di capire a fondo una persona, osservandone ogni gesto, ascoltando ogni parola e leggendo tra le righe verità che, forse, sono soltanto proiezioni della nostra mente. Rimuginiamo e apriamo le porte all’ansia e al nervosismo. Sprechiamo le nostre risorse vitali.[...]
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lunedì 2 dicembre 2013

Il nostro "Bambino Emozionale"

Non vi è mai capitato di pensare che, forse, molti dei nostri atteggiamenti riflettono condizionamenti subiti durante l’infanzia e interiorizzati nella parte più profonda di ognuno di voi? Come agiscono tali influenze sul nostro modo di essere, di vivere, di affrontare le varie situazioni che, giorno dopo giorno, si presentano più o meno difficili, più o meno comprensibili? Thomas Trobe, in arte Krishnananda, uno psichiatra americano, ci guida all’interno di questa interessante esplorazione di se stessi, rivelandoci che, dentro di noi esiste un “bambino emozionale” ferito e spaventato con cui è necessario confrontarsi per capire quali e quante ferite porta con sé, superarle e raggiungere uno stato di quiete e di equilibrio interiore. [...]

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http://www.stepconsapevole.it/6/post/2013/11/il-nostro-bambino-emozionale-di-maria-cristina-caccia.html

Coaching: La Non Urgenza

Nella cosiddetta “relazione di aiuto” in cui il Coach accompagna l’altro alla conoscenza ulteriore di se stesso, in unviaggio interiore, attraverso l'esplorazione delle proprie risorse cognitive, emotive, fisiche e in questo agire gioca un ruolo di grande importanza la dimensione della “non urgenza”. Cosa significa “Non urgenza”? per il Coach vuol dire non avere “fretta” di depositare consigli o suggerimenti che gli derivano da coinvolgimenti personali, dinamiche irrisolte che colgono l’occasione di emergere alla ricerca di conferme. [...]

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http://www.stepconsapevole.it/6/post/2013/11/la-non-urgenza-di-maria-cristina-caccia.html


mercoledì 20 novembre 2013

Lean Personal Training

L'approccio Lean può essere applicato ad un concetto di crescita personale intervenendo nella strutturazione di un "lean personal training" modellato per "depurare" i nostri pensieri negativi e sabotanti e far posto a dinamiche più "lean", snelle, e "vantaggiose" per la propria evoluzione umana e professionale. Dobbiamo "pulire" il nostro cervello da elementi "contagiosi", rimuginamenti, timori, dubbi, che affollano i due emisferi, destro e sinistro, e che hanno un dispendio energetico intenso, per predisporlo attivamente ad ospitare paradigmi costruttivi secondo i quali attivare piccoli, ma costanti cambiamenti per far emergere il proprio potenziale e il talento che è connaturato in noi. Se il concetto "lean" si applica ad un'organizzazione per prevedere un "risparmio" in termini di minori costi, eliminando sprechi, allo stesso modo esso si declina per un sistema ancora più complesso, quello logico-razionale ed emozionale che guida le nostre azioni quotidiane. 

http://mariacristinacaccia.webnode.it/lean-personal-training/

Gli sport estremi? Sfida ai propri limiti

"Tutto è relativo. Dipende dal modo in cui lo si guarda. Cos’è, dunque, il limite? Dove arriva? È uguale per ognuno di noi? C’è chi corre in pista a 300 chilometri orari oppure vola come un’aquila appeso a una vela o, ancora, chi affronta prove di nuoto, corsa, maratona per trenta ore consecutive o chi scala pareti di roccia e ghiaccio. Vite vissute alla massima potenza. Scrive lo scrittore peruviano Sergio Bambarén: “Alla fine, la grande sfida della vita consiste nel superare i nostri limiti, spingendoci verso luoghi in cui mai avremmo immaginato di poter arrivare. Luoghi dell’anima che incontriamo quasi per caso, a volte, o che abitiamo fin da bambini. [...]

Incipit dell'inchiesta che ho realizzato per il quotidiano L'Arena di Verona sul senso del limite nello sport.
Pubblicata oggi, 20 novembre 2013, a pag 44


Vi invito a visitare il mio sito web, anche se ci sto ancora lavorando per completarlo e migliorarlo:

http://mariacristinacaccia.webnode.it/

Grazie!
Maria Cristina

domenica 10 novembre 2013

Abbiamo una vita, viviamola!

Pensare e accettare il cambiamento come dei piccoli scalatori, che metro dopo metro, raggiungono la cima e non si perdono d'animo, ma procedono oltre gli ostacoli, oltre i sassi che sembrano insuperabili, invece sono soltanto barriere per mettersi alla prova e vedere fino a che punto si è disposti a salire. La scalata è metafora di vita quotidiana che suggerisce di puntare a nuovi obiettivi, di avere sete di conoscenza e di crescita senza perdere tempo, senza perdersi nel tempo perché come diceva un grande Maestro:

"Abbiamo due vite: la seconda inizia quando ci rendiamo conto di averne solo una".

(Confucio)

mercoledì 9 ottobre 2013

Accontentarsi o "risvegliarsi"?


Spesso, chi si accontenta lo fa perché gli manca la possibilità di vivere una sorta di "risveglio" interiore che lo aiuti a comprendere quante emozioni gli potrebbe riservare la vita se solo ne percepisse i segnali ... molte persone vivono al "buio" di se stesse e capita a ognuno di noi di essere "lontani da noi stessi". La sfida anzi il compito più grande è quello di ascoltarsi per poter ascoltare e per vivere quel senso di autorealizzazione personale al di là del lavoro, della disoccupazione, della crisi, della tristezza o della gioia, insomma un senso di "attaccamento a se stessi" che sprigiona energia, proprio l'energia che "illumina" e aiuta a vedere il mondo con occhi rinnovati.

Tu non puoi essere altro che te stesso.
Allora rilassati. L’esistenza ha bisogno di te così come sei”. (Osho)

Maria Cristina 

lunedì 16 settembre 2013

La vita è "costante allenamento per tenere in forma "corpo/mente".

Lo sport insegna l'importanza dell'allenamento: bisogna lavorare ogni giorno per ottenere risultati, per riuscire a 
conoscere il meglio di sé e a dare il meglio di sé in ogni occasione. Essere vincenti non è sinonimo di essere vincitori. Nel primo caso si dà il massimo e ci si considera al massimo a prescindere dalla posizione in classifica; nel secondo caso si punta al podio, si vive di una vittoria circostanziale. Diventa importante quindi assumere un proprio modello di efficienza, quello che ci distingue e ci fa fare "il salto", quello che ci catapulta al di là della paura e ci fa "uscire dalla nostra bolla di comfort" e ci fa vedere con coraggio quello che siamo e, ancora di più, quello che possiamo diventare se osiamo conoscerci un po' più a fondo.

Maria Cristina Caccia 
https://www.facebook.com/mentalitasportiva.it

domenica 15 settembre 2013

Eccellenza o Perfezione?

Tendere all'eccellenza è dare il meglio di sé e cercare di farlo fino in fondo, secondo le nostre possibilità, la nostra volontà ed è un viaggio senza fine e per questo dà sempre nuova linfa a questo continuo cercare di conoscerci in ogni situazione. La Perfezione è un obiettivo sovra-umano e si va incontro a delusioni proprio perché il nostro obiettivo non è quello di essere perfetti ma deve esser quello di essere felici, dove per felicità si intende armonia con se stessi, al di là del successo contingente, un equilibrio di cui ci sentiamo parte attiva ogni giorno e che costruiamo con i nostri piccoli progressi.

"Non è possibile alcuna salute psicologica senza che il nocciolo essenziale di ogni persona sia fondamentalmente accettato, amato e rispettato".                                                                                   (Abraham Maslow)

Maria Cristina 

sabato 8 giugno 2013

Paolo, l'uomo d'acciaio studiato dagli scienziati

Lo sport stupisce, emoziona. Scandisce il tempo di chi lo segue con passione e ne traccia i percorsi, ne ricorda immagini e suoni, ne scrive la storia. Dai grandi professionisti ai dilettanti, le differenze si annullano quando si mette in campo il talento: già perché per diventare “grandi campioni” conta anche essere al posto giusto nel momento giusto, ma ciò che conta davvero è trasudare genialità e coraggio, quel coraggio che ti porta faccia a faccia con il tuo limite per conoscerlo e oltrepassarlo un istante dopo. “Il mio limite? Lo sto cercando, voglio capire quali sono le mie potenzialità senza perdere il contatto con il mio istinto, l’innata “voce” che mi segnala la linea rossa del rischio e mi dice di fermarmi”.

Queste le prime righe di un incontro con un "SuperEroe", professione, panettiere, di Lugagnano, in provincia di Verona, padre di tre figli. Un'intervista realizzata per il quotidiano "L'Arena di Verona" pubblicata lo scorso 3 marzo 2013 e ripresa sulla testata sportiva online di cui sono direttore, mentalitasportiva.it . Un uomo davvero incredibile, capace di superare la fatica di una Double Ironman al punto da ripeterla, quest'anno a Vienna, il 18 maggio. Segni particolari? 7,6 chilometri di nuoto - 360 chilometri di bici - 85 chilometri di maratona in circa 30 ore. Un non stop che ha attirato l'attenzione degli scienziati del CNR di Pisa che lo "tengono d'occhio". 

Link di mentalitasportiva.it:
http://www.mentalitasportiva.it/home/mentalita-sportiva-e/il-non-limite-dell-ultraironman-paolo-bendinelli.html

Maria Cristina